FELICE RUFINI
Felice Rufini nasce nel 1958 a Cittaducale in provincia di Rieti, dove attualmente vive e dove nel 1981 muove i primi passi nel campo artistico. Insieme a sua moglie Eugenia, sua musa e prima ispiratrice, è proprietario e cuoco del Ristorante “La Piazzetta”, noto ritrovo di buongustai di ogni dove.
Le opere sono la sintesi oggettuale in/tra “forme dialoganti”.
Lo scultore non dichiara l’appartenenza ad una specifica corrente artistica, ma esplicita, mnemonicamente l’emotività oltre la natura oggettuale, puntando a un’astrazione rappresentativa plastico-surreale.
Tutte le opere si allontanano da un descrittivo naturalistico per un contestuale oggettuale allineandosi alle nuove tecnologie. Il laboratorio dell’artista reatino è una fucina di creatività, pur restando ancorato a una mediazione intorno al mondo.
Conosciuto e apprezzato su tutto il territorio nazionale, ha realizzato negli anni innumerevoli partecipazioni a mostre, non solo nella città di Rieti ma anche in grandi eventi a Firenze, Milano e Spoleto.
Molte anche le opere disseminate nel territorio di riferimento, realizzate utilizzando materiali del territorio e di recupero quali legno e travertino.
Facebook: https://www.facebook.com/felicerufiniscultore
sito: https://www.felicerufiniscultore.it
LA PAROLA ALL’ARTISTA
Cosa ha ispirato la tua opera?
L’ispirazione è venuta proprio dal nome del progetto “Selci Visionaria”, mi ha ispirato la figura di San Francesco e la torre di Selci, simbolo di protezione, così ho realizzato tre avvolgimenti di protezione ho lasciato sulla scultura un tetto come segno appunto di protezione. Il suo nome è natura mistica, mi sembrava appropriato, in questo momento in cui la natura è messa a dura prova dall’uomo.
Come nascono le tue opere e come hai realizzato questa?
Nelle mie opere ci sono dei geroglifici, mi ispiro con questi segni e cammino nella materia; quando inizio a scolpire con lo scalpello cerco di andare a trovare dove finisce la materia, cerco il nocciolo centrale, come la bomba atomica che si arriva al nocciolo. Per questa ho usato il travertino di Poggio Moiano, un materiale locale; il travertino lo sento mio.
E’ la tua prima volta di un’opera con queste dimensioni?
Questa è la prima opera che realizzo di questa grandezza in marmo, solitamente così grandi ne ho realizzate solo di legno che è molto più leggero. Ho preso subito la palla al balzo per realizzare un opera più grande ed adeguata al progetto. Ci tenevo che la mia prima opera in pietra di queste dimensioni, fosse per Selci; la prossima sarà per il Terminillo sempre su temi sacri. Ovviamente la grandezza ha creato dei problemi nella realizzazione, ho lavorato su un blocco unico in orizzontale e non avevo la visione di tutti e quattro i lati nella sua pienezza, quindi sono andato ad occhi chiusi girando l’opera di volta in volta. Le ultime rifiniture sono state fatte per questo motivo, dopo l’istallazione.
OPERA: NATURA MISTICA
Natura mistica, opera ispirata dalla figura di San Francesco rappresenta lo spirito della natura che protegge il territorio di Selci e la sua comunità.
La scultura nasce da una profonda connessione con la natura composta dalle influenze degli elementi e dalla riflessione sul senso della vita e sul messaggio di San Francesco. Da qui prende forma l’opera di ciò che rappresenta il simbolo di protezione: l’ambiente, la natura hanno bisogno che ciascun uomo faccia la sua parte, ogni singolo gesto, anche se piccolo, è importante e fondamentale.
Così Natura Mistica vuole trasmettere un messaggio dando “voce” allo spirito della natura, del profondo legame con il senso della vita e il ciclo vitale, l’epifania della nascita e una dolcezza materna.
L’opera è composta con materiali del territorio, nello specifico dal travertino, composto su un blocco unico, così che lo stesso scultore ha potuto creare da un’unica materia uniforme la sua scultura, facendola propria, studiandola e plasmandola nella sua interezza.